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lunedì 7 marzo 2011

La "Maternità" e il "Lavoro"

Che cosa stupefacente essere Genitori!
Vi fidanzate, vi sposate (basandovi anche con criterio su tutti i pro e i contro della vostra scelta), poi che bello pensate di allargare la famiglia.
Che miracolo ragazzi!
Tutto bellissimo in quei 9 mesi. Le prime ecografie, la scelta del nome, la scelta di tutte le cose necessarie al nascituro. credetemi è tutto molto emozionante.
Finalmente arriva il momento del parto e voi uomini (ve lo auguro e ve lo consiglio) sarete lì in sala parto a dare sostegno (morale è chiaro) a vostra moglie, che nel frattempo si starà chiedendo (tra un urlo ed un altro) a cosa le siano servite tutte quelle ore trascorse al corso preparto.
ecco.. si intravede un braccino..... poi l'altro.....UN VAGITO....E' NATOOOOOOOOO!!!!!!!!!


Un miracolo senza pari ragazzi.Un'immagine che rimarrà scolpita nella mente e nel cuore dei genitori per sempre.
Il seguito della storia insomma lo si può intuire. L'insicurezza dei genitori, pannolini a vagoni, notti in bianco, ma tanta tanta tanta felicità, perchè in casa vostra c'è una creaturina che ha finalmente rivoluzionato tutta la vostra vita.
Passati i tre mesi dalla nascita del campione di pipì e popò, arriva il tristre momento per la mamma della fine del Congedo per maternità e il rientro sul postodi lavoro.


Qui son dolori! perchè o avete parenti che accudiscono il pargolo, oppure dovete stringere denti e cuore e portare il piccolino al nido.
Comunque vada sappiate che per la mamma lavoratrice è in ogni caso una tragedia. Questo distacco dal proprio figlio, anche se per poco tempo, crea nella madre un senso di vuoto. Dopo aver partorito, allattato, cullato e così via, deve perdersi istanti di vita del piccolo, progressi, sguardi, sorrisi, di cui nel frattempo godranno altri.
Chiedo pubblicamente a tutti i maschietti di stare vicino alle mogli in quei momenti delicati.
Dopo aver ricevuto quest'enorme mazzata, come se ciò non bastasse, al lavoro iniziano i primi intoppi.
Il datore di lavoro esordirà un bel giorno, dicendo a te neo mamma, che il tuo rendimento è cambiato con la maternità. ti chiederà ore extra lavorative, infischiandosene di te e del tuo bambino. Sarà intransigente con te se ritarderai anche di un solo minuto.
Tutto questo perchè, il gran sig. datore di lavoro, è convinto che il tuo rendimento sarebbe stato diverso se non avessi avuto un figlio. Già proprio così. Al sud, buona parte dei datori di lavoro, vede la  maternità come un handicap per la donna, come se tutte le sue conoscenze, tutti i suo buoni propositi, la sua professionalità e la sua responsabilità, fossero stati resettati nel momento stesso in cui il piccolino ha emesso il suo primo vagito. Il tuo cuore di madre, diventa sempre più piccolo, perchè oltre alla lontananza dal tuo cucciolo, devi anche subire ,per amore della famiglia e del reddito familiare, angherie su angherie.
Da qui in poi ci sono due tipologie di storie:
1) Riesci a resistere eroicamente a tutto questo sino a quando, il sig. tuo datore di lavoro non riuscirà a trovare il modo per licenziarti.
2) Stremata da tutta questa storia, mandi a quel paese quell'idiota e rassegni le tue dimissioni per poter finalmente crescere tuo figlio e non perderti finalmente i momenti più belli della vostra vita.

In entrambi i casi, è a dir poco vergognoso che una donna debba scegliere tra la professione e la famiglia, e che una famiglia debba vedersi derubata di quell'entrata economica, neanche tanto cospicua, che però faceva tanto comodo e soprattutto adesso con l'arrivo del pargolo.

Oggi mi rendo conto che non esiste in Italia una benchè minima tutela per le donne lavoratrici.